mercoledì 6 luglio 2016

Graceling - Kristin Cashore

Ciao a tutti!! In questa giornata di caldo afoso vorrei presentarvi un fantasy molto interessante ma che purtroppo mi ha un pò deluso! Voto 2.5/5, fatemi sapere se a voi è piaciuto :)

Note sull’autrice e sul libro
Tutti i Graceling hanno gli occhi di due colori diversi. Tutti i Graceling hanno un Dono. Difficile è però sapere quale Dono possiedono: a volte anche per loro stessi è duro capirlo e controllarlo. Ci sono Doni quasi inutili, come la capacità di ripetere le parole al contrario o di ricordare certi dettagli. Katje ha diciotto anni e il suo Dono è un'arma terribile nelle mani di suo zio, re Rand. Il futuro le può riservare un posto sicuro al fianco di quest'uomo vendicativo o infinite sorprese, come l'incontro con un Graceling dallo sguardo intenso che sembra conoscerla fin troppo bene.

Kristin Cashore (Boston1976) è una scrittrice statunitense, autrice di libri per ragazzi come Graceling, pubblicato come libro d'esordio nel 2008.Nata a Boston, vive in Florida. Dopo il master in letteratura per ragazzi, si è dedicata a tempo pieno alla scrittura.
Graceling ha un prequel "Fire" e un sequel "Bitterblue". 



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Recensione NO SPOILER

Se avete voglia di un fantasy leggero e senza troppe pretese è quello che fa per voi mentre se la vostra intenzione è quella di innamorarvi di un bel racconto lo sconsiglio. Avevo sentito parlare molto bene di questo libro, la trama sembrava interessante ed i personaggi originali in un mondo tutto nuovo, l’ho iniziato con molte aspettative, forse troppe perché purtroppo non è stato all’altezza. Le basi ed i presupposti per una buona storia c’erano tutti ma l’autrice non ha saputo utilizzarli al meglio, a partire dall’idea stessa dei Graceling che è veramente grandiosa ma che penso non sia stata approfondita a sufficienza.  Nel libro si fanno molte allusioni sulla loro vita, su alcuni dei loro Doni ma sono solo accenni e fanno da contorno ad una storia a mio avviso un po’ deludente. L'ambientazione e I'idea di regni con culture differenti mi è piaciuto! Ma è proprio la trama che non mi è piaciuta! I colpi di scena sono ridotti all'ossa ed il è finale frettoloso e banale, una nota positiva è la protagonista che è un personaggio molto forte ed indipendente, una eroina al femminile! Valutando il libro nel complesso non mi è piaciuto molto e non credo che leggerò gli altri due della saga. 

giovedì 30 giugno 2016

Acquanera - Valentina D'Urbano

Ciao a tutti ! Purtroppo gli esami sono infiniti ed il tempo per leggere e pubblicare è poco, comunque oggi voglio presentarvi il libro di un'autrice italiana, è molto carino e coinvolgente spero vi piaccia! Voto 4/5

Note sul libro e sull’autore
È un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.

Valentina D'Urbano è nata a Roma nel 1985, dove vive e lavora. Il suo primo romanzo Il rumore dei tuoi passi, divenuto bestseller, viene pubblicato da Longanesi nel maggio 2012, e viene tradotto in Francia e in Germania. Nel settembre 2013 sempre per Longanesi pubblica Acquanera. Parallelamente alla sua attività di scrittrice Valentina D'Urbano collabora come illustratrice per l'infanzia con diverse case editrici italiane e straniere. Recentemente è uscito il suo nuovo libro "Alfredo".

Recensione No Spoiler
Solitamente leggo libri che mi consigliano e visto che questo non l’avevo mai sentito nominare sono partita prevenuta, invece mi è piaciuto oltre ogni aspettativa e mi ha fatto veramente emozionare. Il libro è travolgente, non puoi fare a meno di affezionarti ai personaggi, di commuoverti, di soffrire e di gioire insieme a loro. La storia l’ho trovata molto appassionante e particolare, è la storia di tre donne, madre, figlia e nonna ognuna con un dono diverso legati alla magia del lago su cui si affaccia Roccachiara, il paese dove vivono, non sono però doni qualunque, infatti tutte hanno la capacità, in modo differente, di interagire con i morti; la conoscenza dei loro doni ed il modo di ciascuna di loro di gestirlo è il fulcro del romanzo. Le loro speciali capacità però non sono ben viste, soprattutto in un paesino arroccato sulle montagne di mille abitanti, per cui per tutte e tre si tramuta in maledizione: devono sfidare pregiudizi ed emarginazioni ed è impossibile non commuoversi davanti ad una bambina che deve far fronte a prepotenze ed agli sguardi di odio dei compaesani, ci sono alcune scene che mi hanno veramente spezzato il cuore. Per tutto il romanzo si respira un’aria malinconica, arricchita con descrizioni minuziose ma mai pesanti, il libro si legge veramente in poco tempo. A condire il tutto c’è il mistero del ritrovamento di un cadavere ormai solo ossa che spinge la più giovane delle tre donne, Fortuna a tornare a Roccachiara per svelare cosa c’è dietro. Unica pecca di questo libro il finale un po' sbrigativo, il mistero con cui inizia il racconto viene risolto e raccontato in pochissime pagine e lascia un po' di amaro in bocca, mi sarebbe piaciuto conoscere ulteriori dettagli. La valutazione è comunque molto positiva!

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Recensione Spoiler

giovedì 23 giugno 2016

Speciale Hunger Games

Ciao a tutti carissimi lettori, mi scuso per la lunga assenza ma purtroppo in questo periodo non trovo molto tempo per leggere :(

Finalmente sono riuscita a leggere Hunger Games, avevo in lista i libri da moltissimo tempo e non appena arrivata alla fine mi sono chiesta: perché non li ho letti prima? Non voglio fare una recensione per elencare cosa mi è piaciuto perché questa saga è senza ombra di dubbio un 5/5, ma visto che la conosciamo tutti vorrei concentrarmi sull’aspetto politico-sociale della saga. Partiamo dall'inizio!!

Cosa sono gli Hunger Games? Sono giochi, ideati dal Presidente di Capitol City alla fine della rivolta per dare una lezione: insegnare agli abitanti dei distretti a non sfidarla mai più, a non ribellarsi, a non mettersi contro chi ha il potere. La cosa che più mi ha colpito di questo gioco è che, a parte le uccisioni, non è tanto distante da un Grande Fratello o un’Isola del Famosi, chi piace al pubblico va avanti, chi risulta noioso perisce, la gente vota, gli sponsor mandano aiuti o gli strateghi catastrofi, si improvvisano storie d’amore o si immaginano, chi si “meriterà” di vincere la prossima volta?

Chi è Katniss? La ghiandaia imitatrice, nata nel distretto più povero di Panem, si immola per la sorella, per salvarla da una morta certa e brutale. La piccola Katniss diventa il simbolo della rivoluzione, lei che voleva solo proteggere la sua famiglia ed il ragazzo che le ha salvato la vita da piccola dandole del pane. In una città in cui sono tutti abituati alla morte passiva dei tributi, una ragazza che non accetta la sua condizione fa scalpore, e non passa inosservata agli occhi di chi ha visto morire centinai dei suoi amici e vicini per un pezzo di pane in più; è la minaccia per il precario equilibrio fondato sul terrore. Ma Katniss sa che per rimanere in vita e sostenere la sua famiglia deve fare parte dello spettacolo, tanto che prova anche una sorta di eccitazione la prima volta che appare in pubblico, ha voglia di piacere e di stupire, ed è proprio la sua faccia tosta e il suo coraggio a renderla la preferita tra i tributi.


Cos’è Capitol City? E’ una città super ricca e tecnologica, ma dedita a frivolezze e superficialità, apparentemente senza difetti per gli abitanti dei distretti. Ma chi sono gli abitanti di Capitol City? Schiavi della moda, dei vizi e del lusso. Liberi di poter indossare indumenti eccentrici, avere pelli verdi o tigrate, ma in cosa lo sono veramente? Non possono avere opinioni, non possono avere pensieri indipendenti, sono schiavi della televisione, schiavi della società che li ha abituati a percepire gli Hunger Games come passatempo, sono talmente indottrinati e schiavizzati nella mente a non riuscire ad avere un senso critico. Ma voi condannereste gli abitanti di Capitol City? Katniss non li condanna, anzi li capisce e li considera come “animaletti”, in tutto e per tutto obbedienti. Capitol City non è altro che un’estremizzazione della società attuale, una società non italiana, non Americana ma mondiale. Non siamo forse noi talmente abituati alle tragedie a non sfiorarci nemmeno finché non arrivano vicino a casa nostra? Non siamo forse noi che non ci interessiamo di nulla ma continuiamo a lamentarci di futilità? Non siamo forse noi incantati ed ingannati dai nostri politici che promettono la luna? Non è forse questa la società dell’apparenza, dove è l’importante è comprare un capo firmato? E non siamo noi che dopo una giornata a scuola o lavoro ci mettiamo a tavola e mangiamo con la tv accesa senza parlare, perché cenare senza tv accesa è diventato insopportabile? Quanti giovani e adulti schiavi della tecnologia, che arrancano per la corsa all’ultimo modello, per essere i primi e i più appariscenti. Gli abitanti di Capitol City sono noncuranti di ciò che sta oltre un palmo da loro, di chi è più povero, di chi è più debole, sprecano il cibo e le risorse prodotte con grande fatica dai distretti, lo sfruttamento di molti per la ricchezza di pochi, niente di diverso dallo sfruttamento dei territori africani per il petrolio, lo sfruttamento dei bambini in Asia per fabbricare i palloni della serie A o senza andare troppo lontano, buttare quintali di alimenti dal supermercato perché la legge vieta di venderli il giorno dopo. Siamo veramente così lontani dagli abitanti di Capitol City che tutte le sere vanno a dormire contenti e soddisfatti mentre la maggior parte degli abitanti di Panem fa la fame? Ed in tutto ciò noi dovremmo sentirci bene, perché siamo nati dalla parte giusta del muro, siamo nati nel continente giusto.

La critica della Collins è diretta a tutta questa società dell’apparenza, alla manipolazione dei media, con pubblicità ingannevoli, filmati finti che ti fanno credere che le leggi funzionano, che seminano l’odio raziale. Il video finto che racconta la distruzione del distretto 13, per mantenere in piedi l’equilibrio del terrore. La censura dei programmi, non si può parlare di ciò che non è approvato, non si può mettere in discussione Il Presidente. Attualmente il telegiornale dice solo quello che la gente vuole sentire, dati falsati, notizie a metà, video modificati per distrarre, mentre velatamente (ma non troppo) muore la democrazia.

Chi sono i Ribelli? Stanchi della schiavitù e stanchi della sofferenza, sono gli abitanti più coraggiosi di Panem che covano vendetta da anni ed aspettavano il momento giusto per agire, Katniss è la goccia che scatena la ribellion. Ma la vita nel Distretto 13 non è molto diversa, disciplina e ordine, chi sgara viene punito severamente, se rubi un pezzo di pane vieni punito, molto diverso dal regime dei Pacificatori? Abbiamo dei video di propaganda girati in studio, con una Katniss attrice e un capo ubriaco di potere e con manie di controllo. Abbiamo strateghi senza scrupoli come Gale che, nonostante sia stato dalla parte dei deboli per tutta la sua vita, non ci pensa due volte a fare una strage di innocenti. Abbiamo la trappola finale in cui muore Prim, un trucco per ingannare ed uccidere perché nella lotta al potere non c’è spazio per misericordia e compassione. La storia ce lo insegna, ad ogni grande crisi segue una rivoluzione! La cosa che colpisce è che tra i ribelli ci sono anche abitanti di Capitol City, perché quello che da fuori appare perfetto dentro è tutt’altro, il sistema è marcio dall’interno.

Ovviamente i temi trattati dalla Collins in Hunger Games non sono niente di nuovo né niente di intrinseco, sono temi alla portata di tutti ed alla luce del sole. Mi è piaciuto però fare questa cosa un po' diversa perché mi preme che il romanzo non venga banalizzato e che si riduca al triangolo amoroso Katniss-Peeta-Gale perché Hunger Games è molto di più, è l’analisi di una società malata e perversa che si può adattare ad ognuna delle nostre, è la denuncia di poteri oppressivi, di censura, di non libertà. Mi piacerebbe che tutti leggessero questa saga non considerandola un Young Adult come molti altri.

Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete notato altri particolari oppure se non siete d'accordo! Lasciate un commento :) 

Vi lascio con il video della canzone stupenda che canta Katniss in Hunger Games, Il canto della rivolta



sabato 4 giugno 2016

Rubrica Esordienti: Maledettamente

Ciao a tutti lettori, oggi per la rubrica Scrittori Esordienti vorrei presentarvi un libro molto interessante scritto da Adriana Pitacco, ecco la scheda: è molto dettagliata per cui se siete amanti del mistero vi conviene non leggere la parte riguardante la trama! 


TITOLO: Maledettamente
AUTORE : Adriana Pitacco
PAGINE: 200
CASA EDITRICE: Lettere Animate
DATA DI EDIZIONE : 9 settembre 2015
FORMATO: Kindle, 
PREZZO: 2,99€
Link per l'acquisto

GENERE: è un romanzo che in vari tratti può essere definito “psicologico” per la forte connotazione emotiva che emerge nei vari quadri-racconti. L’intento narrativo è quello di condurre il lettore, attraverso il vissuto dei vari personaggi, al mondo disincantato della follia.

STILE: la narrazione si sviluppa attraverso la tecnica del montaggio parallelo inframezzata da un mosaico di quadri- racconti connotati da un particolare gusto per la descrizione, per l’introspezione psicologica e da una viva e intima teatralità delle scene e dei loro protagonisti.